Ha iniziato a far caldo e quindi lavoro indossando un paio di calzoncini e una maglietta.Non lo farei se lavorassi in un ufficio.Però quando uso il decuspugliatore,anche col caldo mi metto dei pantaloni lunghi, perchè in caso contrario le pietrine che possono saltare mi fanno male. Se vado a un matrimonio indosso un tailleur e metto le scarpe col tacco, anche se la sera le maledico, ma se vado a un funerale non indosso il tailleur rosso con la gonna lunga poco più della giacca che ho indossato all’ultimo matrimonio.
Se parlo coi bambini quando accompagno mia figlia minore al campo mi rivolgo a loro in un certo modo, coi ragazzi della squadra di calcetto di cui sono factotum,dalla ricerca di soldi alla logistica del trasporto,uso un altro linguaggio, se faccio un intervento in consiglio comunale ancora è diverso il modo di esprimersi.
Non per questo la persona che è sotto gli abiti o che si esprime è diversa, sono sempre io,in contesti diversi.
Cosa voglio dire con questo? Che non esiste neanche una Laura diversa sul blog da quello che è nella vita di tutti i giorni. Ed è così per chiunque, per chi si mostra interamente e per chi indossa delle maschere. E così io sono Laura che si incanta davanti a una fila di formiche che risalgono lungo un muro,Laura che racconta la sua cavalcata a cavallo o il mutare delle stagioni e sono anche Laura che esprime le proprie opinioni su ciò che osserva, che si commuove leggendo i post di Rio e che prova fastidio a leggere post idioti,che si arrabbia quando nota cose che non ritiene giuste. E lo esprime, come faccio nella vita, a costo di apparire antipatica, a costo di polemiche, poichè questo è solo un altro dei contesti in cui “vivo” e non vedo alcuna ragione di essere diversa da come sono in questo in particolare. Mi espongo nella vita cosidetta reale e mi espongo in questa cosidetta virtuale perchè fa parte del mio essere, perchè non faccio parte di coloro che dicono’ che me ne frega’, perchè rifiuto il’ tanto è così non ci si può fare niente.’ E mi prendo anche qui la responsabilità di quanto dico,apertamente e totalmente, cercando comunque un punto di incontro, mi metto come si suol dire nei panni altrui.E se mi accorgo di avere sbagliato,o se vengo convinta di averlo fatto non ho problemi ad ammetterlo.Credo di averlo dimostrato anche. E credo anche in questo modo di aver acquisito rispetto da parte di altre persone, e uso persone volutamente invece del termine bloggers,, non consenso basato sui commenti positivi lasciati a destra e manca,ma rispetto, rispetto basato sul fatto che se affermo qualcosa cerco di darne una spiegazione razionale, sul modo,magari a volte secco ma mai ineducato di esprimere dissenso,sul non tirarmi indietro, sul non fare la vittima quando qualcuno mi attacca ma sul discuterne direttamente,faccia a faccia per quanto qui è possibile. Ultimamente sono stati fatti dei post molto più offensivi sul piano personale di quanto non sia un commento anonimo. Ho chiesto spiegazioni,ne ho date, a una cancellazione di tali post è seguita la cancellazione dei miei, non per celare qualcosa ,ma per correttezza conseguente.Se non ci fosse stato questo passo avrei continuato ad interim sino a non giungere a un risultato.Perchè così è Laura.
Una piccola parentesi….se cercassi consenso, affetto nel mondo dei blog,saprei esattamente come comportarmi, ma non sarei io e non mi interessa essere la luce che illumina alcuno … diventare una lampadina da 100 watt non è tra le mie aspirazioni e spero nessuno mai mi ci paragoni.. E non mi interessa alcuno dica come sono buona e che anima splendente io abbia. Questo è diretto a Un Canto di Donna e glielo spiegherò direttamente dicendole anche che forse dovrebbe imparare da questa signora così intelligente a esprimersi apertamente, io per me non ho affatto bisogno di nascondermi dietro l’anonimato per dirle che in questo momento sta dimostrando di essere cretina,nè di allearmi con presunti gruppi per attaccare qualcuno..
Ed ora parliamo proprio di gang, di logge, di gruppi, di giovani e di adulti. Come nella vita reale ci sono persone con le quali per esperienze comuni,per interessi simili, per modi di pensare affini, per ambienti che si frequentano,perchè no per cultura, si instaura un rapporto di affinità. E come troverei ridicolo qualcuno definesse gang il gruppo di persone con cui mi ritrovo ad andare a cavallo,così lo trovo ridicolo qui. Se un blogger parla del pendolo di Focault di Eco posso esprimere un parere, se parla dell’ultimo dei Negritas (s finale o no?) li ho sentiti nominare da mia figlia ma non ho idea di chi siano.Quindi non posso avere un punto di incontro,almeno su codesto gruppo.E veniamo ai giovani…e chi li rifiuta? io ho a che fare con ragazzi in modo diretto,me ne arrivano a casa anche a mezzanotte se hanno qualche problema, quando sto con loro non mi erigo ad adulta che ne tiene le distanze,ma non posso avere i loro stessi interessi…certo mi hanno trascinato al pub un paio di volte,mi sono anche divertita,ma questo non significa,allo stesso modo in cui posso comprendere il loro essere giovani,che io non sia comunque una persona più adulta e che non andrei tutti i sabati con loro in discoteca.Sono una persona adulta e il mio ruolo nei loro confronti è di essere una persona adulta.Ed anche la mia responsabilità.