Caratterialmente, ogni qualvolta mi trovo ad affrontare una situazione, sia che si tratti di una discussione o della risoluzione di un problema o di un’emozione, la analizzo dalle più svariate angolazioni. E’ forse per questo che solo raramente arrivo a scontrarmi con gli altri, quando si tratta di rapporti. Infatti questo processo per me automatico mi porta a vedere anche l’angolazione dell’altro, e quindi in un certo senso ad empatizzarla. Ciò fa sì che la accetti al di là di quale possa essere la posizione intellettuale od emotiva che io abbia raggiunto, pur se talvolta ciò mi crea confusione, nel riconoscere quale e di chi sia l’emozione che insorge.
In realtà ho poca fiducia in me stessa e soprattutto nella mia istintività. Ho sensazioni immediate che scaturiscono dall’osservazione dei particolari.Sembra una contraddizione quella tra osservazione e sensazione, ma è l’istinto che fa cogliere alcune cose anzichè altre.
Ma faccio fatica a seguire l’istinto.La fiducia che non ho in me diventa un senso di colpa come se la trasformassi in sfiducia nell’altro ed allora gli dò credito razionale quasi a compensarlo di un rifiuto istintivo.
Mi illudo accettando di essere accettata nella mia essenza. E ciò mi rende fragile, ed allora sono obbligata a mettere una corazza per non essere frantumata. E possiede la mia anima chi è riuscito a infrangerla senza frantumare il cristallo sottile che avvolge.